Come notti stellate di idee, le interviste-luce ci rischiarano la mente, donandoci illuminazioni improvvise. A farci luce oggi è il talentuoso street artist Iramo Samir. Nato a Rabat, vive a Casablanca e il suo studio si trova in una località ad alcune decine di chilometri da Marrakech chiamata Lalla Takerkoust. Ecco i bagliori dei suoi volti…
Claudia Avolio
Che cos’è un volto per te?
Per me un volto è un indizio. Attraverso il volto vediamo la geografia, tramite il volto scorgiamo la cultura. Il volto è un’espressione, ed è come l’impronta grazie alla quale distinguiamo l’essere umano.
Chi sono le persone che dipingi? E come le scegli?
Gran parte delle persone che ritraggo sono amazigh, ma dipingo anche altre persone. Quello che ricerco sempre è la bellezza.
Come ti sei avvicinato alla pittura e alla street art?
All’inizio disegnavo per i tifosi più sfegatati della squadra di calcio Wydad Casablanca. Ero un ammiratore della street art, mi piacevano i lavori degli artisti. Quando mi sono sentito pronto, mi sono cimentato anch’io nella street art ed è stato meraviglioso.
Nella tua bellissima serie Between thorns and roses (Tra le spine e le rose), a un primo sguardo si notano delle piccole macchie di colore disposte sui volti molto espressivi da te ritratti, e ci si accorge poi guardando meglio che in realtà sono tanti fiorellini che contribuiscono a creare quella sorta di texture. Raccontaci qualcosa di questo tuo progetto.
Il titolo è una metafora con cui intendo esprimere le contraddizioni: il giorno e la notte, la verità e la falsità, il bene e il male, e tutto ciò che è contraddittorio nella vita. La vita in sé è fatta di contraddizioni e di opposti in cui l’essere umano vive, nuotando tra quelle onde. L’essere umano è fatto di questo e non esisterebbe se nella sua vita non ci fossero le contraddizioni: sono ciò per cui ci rattristiamo e ciò che al contempo ci dà speranza. Ho scelto le rose e le spine proprio perché sono due opposti, e li troviamo nel corpo della stessa pianta. Inoltre le rose sono belle a vedersi, per questo le ho scelte come pelle per le persone.
Ho visto che hai preso parte a diversi festival di street art.
Sì, ho partecipato al festival JIDAR – Toiles de Rue a Rabat, allo Sbagha Bagha Casablanca Street Art Festival, e ad altri eventi.
Come definiresti l’uso che fai del colore?
Col colore ho un rapporto spontaneo. Utilizzo i colori a seconda dei miei stati d’animo, non si tratta di una scelta.
C’è un messaggio che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Il messaggio che voglio trasmettere non è qualcosa di specifico, varia a seconda di ciò che dipingo. Ma il comune denominatore dei miei lavori è l’interesse per l’essere umano.
In copertina un’opera di Iramo Samir dalla sua serie Between thorns and roses, tecnica mista, 2018, 78×60 cm. Courtesy of Iramo Samir