Nabil Anani, Tayseer Barakat e Vera Tamari al P/CAS Paris contemporary art show

In copertina Tayseer Barakat, Shoreless Sea, 2018, acrilico su tela, 50×70 cm. Courtesy of Zawyeh

Dal 17 al 20 ottobre 2019 si svolge a Parigi P/CAS Paris contemporary art show. La Zawyeh Gallery di Ramallah partecipa con “tre degli artisti più importanti della Palestina: Nabil Anani, Tayseer Barakat e Vera Tamari. Le loro opere d’arte evocano temi che si ricollegano alla natura nei propri contesti, temi che sono centrali nella vita quotidiana in Palestina e nella regione”, come scrive la galleria.

Così continua il bellissimo testo della Zawyeh Gallery che ci presenta i tre artisti (traduzione di Claudia Avolio):

“La terra  è una fonte d’ispirazione per Nabil Anani che di solito si concentra sull’esplorazione del paesaggio palestinese e della vita nei villaggi palestinesi. In questa occasione, il suo progetto “Troubled Land” esplora una bellissima natura utopica nel paesaggio palestinese in contrasto con la realtà piena di interruzioni militari dello scenario. Da dietro recinzioni, checkpoint, tangenziali, insediamenti, il muro di separazione e le zone militari chiuse, per i palestinesi è diventato molto difficile avere accesso al proprio paesaggio per coltivarlo, figuriamoci per godere della vista della natura. Eppure Nabil Anani sceglie di ignorare tutti questi temi e si concentra su diversi elementi che allietano con la loro bellezza come gli alberi variopinti che appaiono a mo’ di ornamenti in un abito tradizionale della natura ricamato. Le ombre di volti e case evanescenti che appaiono a volte sullo sfondo restano, però, il promemoria di una connessione perduta tra i palestinesi e il loro scenico paesaggio che va gradualmente scomparendo come risultato dell’occupazione.

Nabil Anani, Troubled Land #5, 2019, tecnica mista su carta, 50x32 cm. Courtesy of Zawyeh
Nabil Anani, Troubled Land #5, 2019, tecnica mista su carta, 50×32 cm. Courtesy of Zawyeh

La serie di opere di Tayseer Barakat dal titolo “Shoreless Sea”, invece, si scostano dalla discussione locale e si manifestano come un resoconto dei viaggi in preda al caos dei rifugiati attraverso il Mar Mediterraneo, un soggetto di forte rilevanza per la vita dell’artista. Tayseer Barakat, infatti, è un rifugiato che ha vissuto buona parte della sua infanzia sulle coste mediterranee di Gaza e come studente universitario lungo le coste mediterranee di Alessandria d’Egitto. Ma questo stesso mare accanto al quale è cresciuto si è trasformato negli anni diventando una bestia che inghiotte compagni rifugiati nei loro viaggi disperati alla ricerca di nuove, decenti vite in Europa. Come se il mare avesse ritirato le sue coste e le avesse nascoste, lasciando stormi di rifugiati al loro oscuro destino. Le opere dell’artista ritraggono un mostro che ondeggia di continuo e sembra respirare forte da sotto le barche attraverso i polmoni di centinaia di rifugiati che hanno perso la vita sott’acqua nei loro viaggi verso l’Europa “senza coste”.

Tayseer Barakat, Shoreless Sea, 2018, acrilico su tela, 50 x 70 cm. Courtesy of Zawyeh
Tayseer Barakat, Shoreless Sea, 2018, acrilico su tela, 50×70 cm. Courtesy of Zawyeh

Vera Tamari indaga il paesaggio attraverso le sue opere, non con l’argilla – suo medium preferito – ma col guazzo. I suoi lavori prendono una svolta nuova: disegna le colline palestinesi in astratto, usando linee e forme primitive che presentano un’atmosfera sognante di colline, case e alberi”.

Vera Tamari, Village at Dusk, 2019, pennarelli su carta, 35x25 cm. Courtesy of Zawyeh
Vera Tamari, Village at Dusk, 2019, pennarelli su carta, 35×25 cm. Courtesy of Zawyeh

Testo e immagini: Courtesy of Zawyeh Gallery, Ramallah

Lascia un commento