Dia al Azzawi in mostra alla Meem Gallery (Dubai)

Dal 22 maggio al 31 agosto 2019, la Meem Gallery di Dubai espone opere recenti dell’artista Dia Azzawi (Iraq). Quello che segue è il comunicato stampa della mostra, tradotto da Claudia Avolio per gentile concessione della galleria.

La Meem Gallery presenta opere recenti dell’acclamato artista iracheno Dia al Azzawi. Un nuovo gruppo di dipinti raffigurati nel consueto acrilico su tela dell’artista con colori vivaci esplorano temi che rievocano il suo lavoro precedente, mentre un nuovo set di stampe fa rivivere disegni smarriti degli anni ’70.

Incarnando la costante fascinazione di Dia al Azzawi per il lungo e leggendario passato del suo Paese, riferimenti a culture antiche e all’immaginario del deserto appaiono in opere come Sumerian Sculpture (2017) e After Sunset (2018). In Sumerian Sculpture la figura è basata su sculture sumere sedute delle collezioni archeologiche di musei in Iraq e nel mondo, riconoscibile nel profilo dalla sua posa sedentaria, con le braccia giunte e la gamba sinistra alzata. Le tonalità vibranti di After Sunset sono state ispirate da un viaggio nel deserto, catturando il bagliore della luce del giorno che cala quando il sole è sceso sotto l’orizzonte di un paesaggio desertico.

Dia Azzawi - After Sunset, 2018, acrylic on canvas, 120x150 cm. Courtesy of Meem Gallery
Dia Azzawi – After Sunset, 2018, acrilico su tela, 120×150 cm. Courtesy of Meem Gallery

Il dipinto Mysterious Shape (2017) riflette la preoccupazione di Dia al Azzawi per la forma e il colore, regioni esplorate in tutta la sua opera in sculture, disegni e dipinti. L’artista usa linee dritte combinate a forme organiche, disposte contro uno sfondo tetro, per creare un oggetto ambiguo. L’uso di tali forme si può rintracciare nei suoi lavori precedenti, compresi piante e uccelli che richiamano soggetti naturali come la rosa del deserto e gli Hanging Gardens of Babylon. Nelle opere di Dia al Azzawi ritroviamo spesso anche elementi architettonici, e in Three Obelisks (2016-17) c’è un chiaro riferimento a una forma strutturale, in questo caso un gruppo di tre edifici verticali. Se l’allusione principale è agli antichi obelischi assiri, c’è anche un riferimento a elementi etnografici, comprese delle tavolette lignee per la scrittura coranica dell’Africa.

Dia Azzawi - Three Obelisks, 2017, acrylic on canvas, 220x300 cm. Courtesy of Meem Gallery
Dia Azzawi – Three Obelisks, 2017, acrilico su tela, 220×300 cm. Courtesy of Meem Gallery

Un’opera più inusuale, Sleeping Gypsy (2017) è ispirata in modo diretto dal dipinto di Henri Rousseau del 1897 che porta lo stesso titolo. In questo nuovo lavoro, Dia al Azzawi ha spostato il focus dal leone, che qui somiglia a quelli dei rilievi a parete assiri, alla figura distesa. In questa reincarnazione non è chiaro se la gitana stia in effetti dormendo o se sia deceduta.

Dia Azzawi - Relation, 2018, acrylic on canvas, 210x170 cm. Courtesy of Meem Gallery
Dia Azzawi – Relation, 2018, acrilico su tela, 210×170 cm. Courtesy of Meem Gallery

The Man Who Died Not, un gruppo di dieci incisioni realizzate da Dia al Azzawi nel 2018, si basa su una serie di disegni in origine creati dall’artista per accompagnare un volume commemorativo di racconti brevi dell’acclamato scrittore e attivista politico palestinese Ghassan Kanafani nel 1973. I 33 disegni dell’artista sono stati organizzati in 5 collezioni, ognuna col nome dell’opera letteraria da cui è stata ispirata: The Death of Bed No. 12; The Land of Sad Oranges; On Men and Guns; A World Which is not Ours and Other Stories. La serie completa dei disegni in bianco e nero di Dia al Azzawi è stata pubblicata in un volume a parte dal titolo Drawings for the Land of Oranges quello stesso anno, ma i disegni originali sono andati poi perduti. Le figure malinconiche di Azzawi illustrano i dolorosi effetti psicologici dell’essere apolide descritto da Kanafani nel suo lavoro letterario: ognuna delle 10 incisioni raffigura un particolare momento sospeso nel tempo, con figure contorte.

Dia Azzawi - The Man Who Died Not, 2018, etching on Hahnemühle, 300 gsm paper. Courtesy of Meem Gallery
Dia Azzawi – The Man Who Died Not, 2018, incisione su carta Hahnemühle, 300 g/m2. Courtesy of Meem Gallery

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