Dal 28 giugno al 14 luglio 2019 torna a Londra lo Shubbak Festival, “una finestra sulla cultura araba contemporanea”, tra film, musica, arti visive, letteratura, performance. Ogni espressione artistica presente al festival ha la sua sezione di eventi dedicati; ecco gli appuntamenti in programma nella sezione Visual Arts così come ce li presenta per ora il sito dello Shubbak Festival.
Le descrizioni degli eventi sono state tradotte da Claudia Avolio per gentile concessione di Shubbak. L’immagine di copertina si trova sulla pagina Facebook del festival
IRAQ – 10 TO 10 – Hassan Al-Mousaoy (28 giugno – 13 luglio, Bush Theatre)
Shubbak invita il fotografo Hassan Al-Mousaoy a lavorare con dei giovani arrivati da poco a West London, mappando la loro quotidianità in sequenze di scatti personali. I partecipanti selezioneranno, modificheranno e installeranno il proprio lavoro nell’ambientazione raccolta del Bush Theatre (the Attic). Le immagini seguono il ritmo della loro giornata.
A Londra da 11 anni, col suo eccezionale progetto dal titolo My Life in Pictures Hassan Al-Mousaoy ha unito immagini scattate da giovani iracheni la prima volta che l’artista è tornato in Iraq alle immagini di giovani immigrati a Londra.
Presentato col sostegno aggiuntivo della Paul Hamlyn Foundation, in collaborazione con la British Red Cross, Young Roots e Barnet Refugee Service
MAROCCO – Mehdi Annassi (28 giugno – 14 luglio, North Kensington: la location verrà annunciata il 5 giugno*)
Su commissione di Shubbak, presentato in collaborazione con la Bagri Foundation
Mehdi Annassi, street artist che vive a Casablanca, esplora i quartieri di North Kensington per creare un nuovo murale in uno spazio pubblico. Soprannominata Petit Larache, la Golborne Road è da tempo al centro dell’identità marocchina di Londra. Insieme ad abitanti e a gruppi della comunità, l’artista scaverà nella sua Storia e nelle scene del quotidiano. Svilupperà un breve racconto grafico che sarà dipinto direttamente su uno dei muri di questo iconico quartiere.
Mehdi Annassi detto Machima lavora a murales di grandi dimensioni, fumetti, riviste amatoriali, animazioni, illustrazioni e street art (Street Art Caravane, Jidar Festival, Sbagha Bagha Festival). È conosciuto per il suo contributo e coinvolgimento nella fiorente scena marocchina del fumetto ed è uno dei fondatori di Skefkef, la prima rivista marocchina di fumetti indipendenti. Al momento lavora alla sua prima graphic novel.
Presentato col sostegno aggiuntivo della Paul Hamlyn Foundation, Drosos Foundation e Nour Creative Learning Programme in collaborazione con FerArts.
Per scoprire la location e gli orari, si può consultare la pagina dedicata all’evento dal 5 giugno in poi
TUNISIA – Becoming – Hela Ammar (28 giugno – 13 luglio, Shepherd’s Bush Market) su commissione di Shubbak
Becoming è una nuova installazione site-specific nello Shepherd’s Bush Market. L’artista tunisina Hela Ammar ha trascorso del tempo con donne da poco arrivate a Londra bilanciando con attenzione la normalità quotidiana londinese e il ritrovarsi ad attraversare un periodo d’instabilità nella propria esistenza.
Ritratti fotografici di grandi dimensioni sono incollati su diverse superfici del mercato. Si sentono voci e storie attinte da interviste che si mescolano ai diversi suoni del mercato stesso. I visitatori sono invitati a fermarsi e a riflettere su questioni legate allo sfollamento, alla migrazione, all’integrazione, alla coesistenza, all’appartenenza e al divenire nel mezzo di un ambiente brulicante quale è il mercato, dove molte nazionalità e culture si incontrano.
Hela Ammar è un’artista visiva tunisina e un’avvocatessa. La memoria, l’identità e le comunità ai margini sono temi ricorrenti del suo lavoro. Ha tenuto mostre in biennali internazionali importanti, con installazioni a Dream City (Tunisi). Le sue opere sono parte delle collezioni del British Museum e dell’Institut du Monde Arabe.
Presentato col sostegno aggiuntivo della Qatar Foundation International, il British Council e la Paul Hamlyn Foundation, in collaborazione con Single Homeless Project e Scheherazade Initiative.
ARABIA SAUDITA – Geographical Child’s Play – Bricklab (29-30 giugno e 7 luglio, diverse location) su commissione di Shubbak
Bricklab, i designer del primo padiglione saudita alla Biennale d’Architettura di Venezia creano una nuova scultura pop-up pensata apposta per Shubbak. 22 unità dai colori vivaci che corrispondono nel numero ai 22 Stati della Lega Araba sono sistemate in diverse costellazioni per offrire nuovi punti di vista su geografie e nazioni e sul potere di immaginare altre realtà. Nessuna unità può stare da sola: deve essere innestata alle altre. Alcune costellazioni sembrano gerarchice, altre più egalitarie. Geographical Child’s Play evoca allineamenti e dipendenze intensi e sorprendenti. Raggiungendo circa i 10 metri come linea o appena i 3 come cerchio, Geographical Child’s Play è finora la scultura più pubblica e coinvolgente di Bricklab.
I colori vivaci e il livello basso fanno pensare all’arredamento per l’infanzia o alle attrezzature di un parcogiochi: è un invito a immaginare la geopolitica attraverso le lenti del gioco e una speranza deliberatamente naive.
Nata a Gedda nel 2015, Bricklab (Abdulrahman & Turki Gazzaz) si è presto affermata come una delle attuali pratiche di design più dinamiche dell’Arabia Saudita. Il loro lavoro è stato esposto alla 21,39 Saudi Art Week, Alserkal Avenue (Dubai) e alla Biennale d’Architettura di Venezia. Nel 2018 hanno partecipato all’International Designers Workshop del British Council e V&A.
Prodotto da Will Sandy. La commissione di Bricklab è stata generosamente sostenuta dal British Council e dai donatori individuali Sara Ali Reza e Faisal Tamer.
MAROCCO – Aisha El Beloui (29-30 giugno e 7 luglio, diverse location) Su commissione di Shubbak, presentato in collaborazione con Bagri Foundation
Aicha El Beloui fa tappa a Londra per indagare la psicogeografia e la Storia dell’immigrazione marocchina.
Raccogliendo narrazioni personali tramite interviste, facendo ricerche tra gli archivi audio della British Library e camminando per le strade di West London, l’artista ha scoperto gli accordi tra Marocco, Spagna e Francia come catalizzatori per la presenza marocchina nella città.
Attingendo da questo materiale, creerà una delle sue caratteristiche mappe. Dall’aspetto semplice reso in bianco e nero, esse sono piene di avvenimenti riccamente strutturati e di connessioni per associazione. Mappando itinerari tra il Marocco e Londra e riconoscendo sia sogni e aspirazioni originali che le esperienze odierne delle giovani seconde e terze generazioni, l’artista invita lo spettatore a riflettere sui temi della cittadinanza e dell’appartenenza.
La mappa di Aicha El Beloui sarà disponibile in formati cartacei, in formato digitale e come installazione, viaggiando verso diversi luoghi della città.
Aicha El Beloui è una illustratrice, graphic designer e direttrice creativa che vive a Casablanca. Formatasi come architetto, in origine lavorava per l’UNESCO nell’ambito della conservazione del patrimonio. Lavora regolarmente con le comunità per scoprire quartieri e filtra le proprie osservazioni attraverso mappe e illustazioni.
Presentato col sostegno aggiuntivo della Drosos Foundation e del Nour Creative Learning Programme in collaborazione con Al Hasaniya e FerArts.
ALGERIA – Belonging, Sideways – Rima Djahnine, Mounir Gouri, Sarah Ouadah, Fethi Sahraoui & Abdo Shanan, curata da Toufik Douib (29 giugno – 14 luglio, Rich Mix)
Cinque artisti contemporanei algerini esplorano l’identità e i luoghi. Osservando la diversità culturale, la migrazione e le sfide della coesistenza, Belonging, Sideways è un lavoro che proviene da cinque diversi angoli dell’Algeria e tratta Storie complesse, geografie e biografie.
I piatti cuciti di Mounir Gouri fanno riferimento alla tratta di migranti clandestini nella sua città natale costiera nel nord est del Paese.
L’illustratrice Sarah Ouadah reinterpreta la poesia classica della tragica storia d’amore beduina Hyzia come fantasy digitale per una nuova generazione di lettori.
L’installazione ispirata alla cartografia di Rima Djahnine intreccia frammenti di mappe, film, dati GPS e documenti in narrazioni personali di ritorni a casa e ricordi.
Il fotografo Fethi Sahraoui coglie col suo iPhone una serie di automobili come scene di vita quotidiana nei campi Saharawi nella provincia sudoccidentale dell’Algeria.
Abdo Shanan mostra del materiale tratto dal suo libro Diary: Exile che è stato premiato e che riflette sulle sue esperienze come artista di origini algerine e sudanesi che ha vissuto per molti anni in Libia.
Presentato col sostegno aggiuntivo del British Council
ARABIA SAUDITA – Amma baad – Nasser Al Salem, curata da Maya El Khalil (2 luglio – 10 agosto, Delfina Foundation)
“Amma baad è una presenza che si realizza nel futuro, occupa uno spazio nella realtà attraverso una presenza che la precede” (Nasser Al Salem)
Nella sua prima mostra personale in Gran Bretagna, Nasser Al Salem presenta un progetto che esplora il rapporto tra lingua, tempo e spazio attraverso una serie di lavorazioni multimediali e in forma di scultura dell’espressione ‘Amma baad’ in arabo, usata in corrispondenze ufficiali, che segue frasi di saluto e precede l’atto di formulare la storia a venire. “Amma” agisce qui come sostituto dell’atto e afferma ciò che seguirà, mentre “baad” è una dimensione spazio-temporale.
Nasser Al Salem ha ricevuto una formazione in calligrafia e architettura, entrambe discipline che hanno avuto un forte impatto sullo sviluppo della sua pratica. Si impegna in nuove prospettive riguardanti la parola scritta e la calligrafia. Vive e lavora a Gedda, in Arabia Saudita. Nell’estate del 2018 è stato artist-in-residence alla Delfina Foundation.
MAROCCO – FRANCIA – Hicham Berrada (3 luglio-18 agosto, Hayward Gallery, Southbank Centre)
Le sculture, installazioni, performance e video caleidoscopici di Hicham Berrada offrono una impetuosa combinazione di arte e scienza. Per creare le sue opere d’arte spesso spettacolari, Hicham Berrada ricorre a processi chimici e fenomeni naturali, come il calore, il freddo, il magnetismo e la luce. Per la sua mostra personale allo HENI Project space della Hayward Gallery – per lui la prima in una istituzione della Gran Bretagna – Hicham Berrada porta sia lavori nuovi che opere già esistenti, compresa una serie di taniche illuminate che ritraggono peasaggi chimici delicati ed effimeri, e una video-installazione immersiva di grandi dimensioni che esplora la morfogenesi, il processo biologico che fa cambiare a un organismo la sua forma.
MAROCCO – Raw Queens – Fatima Mazmouz & Meriem Bennani, curata da Yasmina Naji (5 luglio-14 settembre, Mosaic Rooms)
Curata da Yasmina Naji, Raw Queens offre una rivalutazione culturale e politica delle percezioni delle donne nel mondo arabo, soprattutto in Marocco. Con le artiste Fatima Mazmouz e Meriem Bennani, la mostra esplora l’arte, il femminismo e il post-colonialismo. Come progetto artistico cerca di aprire nuovi spazi di conversazione sul genere e la cultura popolare, costruendo una nuova rappresentazione di figure di potere locali.
Fatima Mazmouz è nata a Casablanca, in Marocco, dove vive e lavora. Attraverso la sua pratica multimediale, la fotografia, le performance e le installazioni mette spesso in discussione le identità individuali e culturali.
Meriem Bennani è nata a Rabat, in Marocco, e vive a New York. Lavora a video, sculture, installazioni multimediali, disegni e su Instagram. È famosa per l’uso giocoso e umoristico che fa delle tecnologie digitali come l’animazione 3D e il motion capture.
Yasmina Naji è la fondatrice del Kulte Center for Contemporary Art and Editions a Rabat.
Conversazione con l’artista: Fatima Mazmouz (10 luglio)
L’artista Fatima Mazmouz, che crea opere che esplorano i rapporti di potere, le libertà individuali e il femminismo, converserà con la curatrice Yasmina Naji.
La playlist di Youtube di Meriem Bennani (13 luglio)
L’artista Meriem Bennani in uno speciale DJ set presso The Mosaic Rooms tra musica e video musicali dalla sua collezione che va dal Nordafrica all’Asia meridionale.
Prodotto da The Mosaic Rooms, lo spazio libero di Londra per la cultura contemporanea dal mondo arabo e oltre.
SIRIA – YEMEN – Syria and Yemen: Making Art Today (convegno, 7 luglio, British Museum)
Dal 2011 la Siria e lo Yemen hanno visto una distruzione e un deterioramento delle infrastrutture artistico-culturali senza precedenti, oltre alla crisi umanitaria, risultato dei conflitti in corso in entrambi i Paesi. In questo convegno, artisti, curatori e studiosi si interrogano sulla condizione attuale e futura dell’arte e della cultura dal punto di vista degli artisti che lavorano all’interno di questi Paesi e di quelli che vivono al momento fuori dalla Siria e dallo Yemen. Quali sono le sfide? Che effetto sta avendo la guerra sull’espressione artistica? Che mezzi ci sono lì perché gli artisti comunichino la loro pratica? Come si riflette la mobilità artistica sull’arte e come fanno fronte gli artisti alla migrazione e all’esilio, forzati o volontari? Come possono gli artisti – attraverso l’arte e altri mezzi d’espressione – essere coinvolti (individualmente e su base collettiva) in una possibile, futura era post-conflitto?
Il convegno sarà suddiviso in tre sessioni, ciascuna su Yemen e Siria, introdotte da panoramiche delle scene artistiche precedenti ai conflitti attuali. Nella terza sessione, nel pomeriggio, saranno mostrati una serie di film recenti di filmmakers siriani e yemeniti.
Prodotto dal British Museum. Il panel sulla Siria ha ricevuto il sostegno della Atassi Foundation.
MAROCCO – Youness Atbane – The Second Copy 2045 (7 luglio, British Museum)
“È una stoffa che diventa bandiera, che diventa arte, poi un’identità, una politica, un film, una coreografia e infine una Storia”
Siamo nel 2045, un periodo in cui gli attuali conflitti sono terminati. Gli archivi degli artisti diventano una fonte di conoscenza per una nuova generazione. La performance di Youness Atbane appare in un documentario del futuro di un giovane regista sulla Storia dell’arte marocchina e sul ruolo dell’artista agli inizi del XXI secolo. Il film di fiction comprende riprese della stessa performance che stiamo guardando. Con lucida chiarezza e umorismo impassibile, The Second Copy getta uno sguardo sulle dinamiche dell’arte contemporanea, sul ruolo delle istituzioni e sul racconto della Storia. Youness Atbane ci spinge a ripensare le connessioni tra oggetti, documentario e fiction nel contesto di un museo.
Youness Atbane è un artista che divide il suo tempo tra Casablanca e Berlino, lavorando nell’ambito delle arti visive e delle performance. Il suo lavoro è stato esposto in importanti biennali e festival. Ha vinto il prestigioso ZKB Acknowledgment Prize 2018 al Theater Spektakel di Zurigo.