Arsheef. La prima galleria d’arte contemporanea dello Yemen

Nel suo articolo per Follow the Halo, Lizzy Vartanian Collier racconta di Arsheef, la prima galleria d’arte contemporanea dello Yemen creata da lei e Ibi Ibrahim: “L’obiettivo globale della galleria è promuovere l’arte creata da artisti emergenti dello Yemen. Si tratta di mostrare al mondo che in Yemen c’è di più rispetto a un conflitto, e di creare anche un mercato dell’arte per i suoi artisti”

di Lizzy Vartanian Collier per Follow the Halo (25/01/2020). Traduzione di Claudia Avolio.


Arsheef è la prima galleria d’arte contemporanea dello Yemen. Situata a Sana’a, è attiva principalmente su Instagram, andando incontro ai bisogni di ogni millennial. Ma è anche uno spazio fisico: si può prenotare un incontro per una visita con un messaggio privato. L’obiettivo globale della galleria è promuovere l’arte creata da artisti emergenti dello Yemen, che vivano al suo interno o siano parte della diaspora. Si tratta di mostrare al mondo che in Yemen c’è di più rispetto a un conflitto, e di creare anche un mercato dell’arte per i suoi artisti. Inoltre io e Ibi Ibrahim stiamo lavorando in modo da creare opportunità per gli artisti per i quali lavoriamo, presentando il loro lavoro a pubblicazioni e curatori, istruendoli su come preparare i propri portfolio e consigliandoli su come far avanzare le loro carriere artistiche. In questo senso, ci consideriamo più come un’impresa sociale all’opera per supportare le carriere degli artisti coi quali lavora. Arsheef è la parola araba che indica l’archivio: è quasi come se stessimo creando un archivio d’arte yemenita contemporanea per le generazioni a venire.

Dalla mostra Turning The Light On, Somaya Abdualla, Fatima (dalla serie A Woman from my Country) 2019. Courtesy of Arsheef Yemen
Dalla mostra Turning The Light On, Somaya Abdualla, Fatima (dalla serie A Woman from my Country), 2019. Courtesy of Arsheef Yemen

Io e Ibi siamo una squadra. Lavoriamo talmente bene insieme. Di solito sconsiglio alle persone di lavorare coi propri amici. Ma con noi, per qualche motivo, funziona davvero. Un caro amico in comune nell’ambito dell’arte del Medio Oriente e Nord Africa dice che siamo due tipi belli tosti. Penso sia la definizione più accurata per descrivere chi siamo, cosa facciamo e come lavoriamo. Siamo rapidi, stiamo al passo, e sappiamo anche esigere spiegazioni dalle persone quando serve. Avviare una galleria considerando che viviamo in due parti del mondo molto diverse, e uno di noi si trova nel bel mezzo di una zona di conflitto… Dev’essere la cosa più folle che abbiamo mai fatto. Ma ti serve una certa tenacia e un po’ di pazzia per lasciare davvero un segno nel mondo dell’arte, e noi siamo entrambi un po’ sopra le righe, così ci siamo tuffati a capofitto in questo progetto.

Dalla mostra Turning The Light On, Bashayer Mohsen, Untitled 02 Home from Home, 2019. Courtesy of Arsheef Yemen
Dalla mostra Turning The Light On, Bashayer Mohsen, Untitled 02 Home from Home, 2019. Courtesy of Arsheef Yemen

Ibi, la mente dietro Arsheef, mi ha proposto l’idea della galleria nell’estate del 2019. All’inizio ho pensato fosse pazzo. Anzitutto, anche se ho lavorato e scritto su una serie di artisti dello Yemen, io non sono yemenita, non sono mai stata in Yemen e anche se ho curato numerose mostre e ho scritto di centinaia di artisti, non avevo idea di come si gestisca una galleria. Ma Ibi è tenace, persuasivo e bravo a convincere le persone che sono capaci di quel che non hanno mai considerato possibile prima. Col background di Ibi come artista e organizzatore culturale (è lui che gestisce la Romooz Foundation) e il mio lavoro curatoriale di pubblicazione, insieme facciamo proprio una bella squadra.

Ma concretamente come riusciamo a unire tutto ciò? La risposta è una piccola app verde che si chiama Whatsapp. Grazie a una connessione di rete virtuale privata (vpn), riusciamo a comunicare ovunque ci troviamo e in qualsiasi momento. Da Sana’a, Londra, Amman, Hong Kong, Malesia siamo sempre connessi. Nei mesi che ci avrebbero poi condotto alla nostra prima mostra dal titolo Turning The Light On, la galleria non sembrava qualcosa di reale. Non è stato che al suo avvio, quando ci siamo spinti un po’ oltre noi stessi e abbiamo raggiunto grandi fiere d’arte, che ci siamo resi conto.

Installazione di Afraa Ahmed dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen
Installazione di Afraa Ahmed dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen

Riguardo la produzione, Ibi si occupa di tutto a Sana’a. Prendiamo decisioni curatoriali su Whatsapp e Google Drive e i nostri pochi comunicati stampa sono le trascrizioni letterali delle nostre note vocali. Il formato di “lui” e “lei” in dialogo sulla situazione in Yemen punta a offrire una piccola narrazione sul lavoro che stiamo esponendo. Dal presentare opere realizzate all’interno dello Yemen con Turning The Light On – mostra che punta ad accendere i riflettori su una parte della vita yemenita che le persone non vedono – all’esperienza di andarsene e idealizzare cos’hai lasciato nella mostra personale di Afraa Ahmed dal titolo When The Moon Fell From The Sky, It Broke.

Installazione di Afraa Ahmed dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen-
Installazione di Afraa Ahmed dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen

Certo, l’intero processo non è stato affatto facile. Abbiamo entrambi altri impieghi e altrettanti impegni per i quali dover lavorare. Abbiamo avuto più di un’opportunità di esporre a grandi fiere d’arte, ma non ce lo possiamo permettere. A un certo punto internet non funzionava in Yemen, proprio mentre ottenevamo i nostri importanti articoli sulla stampa. Ci siamo super entusiasmati per certe cose, e poi abbiamo dovuto fare un passo indietro. Allo stesso modo ci sono state presentate altre iniziative che non avremmo mai potuto immaginare possibili.

Dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen
Dalla mostra When The Moon Fell From The Sky, It Broke. Courtesy of Arsheef Yemen

Presto scrittureremo i nostri primi artisti e parteciperemo alla nostra prima fiera d’arte. Il fatto che tutto questo sia iniziato con una conversazione in una caffetteria appena la scorsa estate è un po’ folle, ma siamo devoti al 100% alla longevità della galleria e ad aiutare a mettere in luce artiste e artisti e una scena artistica che è stata finora ignorata. Non posso dirvi come saranno i prossimi cinque anni, neppure cos’hanno in serbo i cinque mesi a venire, ma una cosa è certa: Arsheef non se ne andrà tanto presto.

Testo: Courtesy of Lizzy Vartanian Collier / Follow The Halo

Immagini: Courtesy of Arsheef Yemen

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